lunedì 26 novembre 2012

UN SUDDITO DOPO AVER ASCOLTATO PER CASO IN TV IL SENATORE ELIO LANNUTTI.

Il Governo ha impugnato un provvedimento Regionale, assunto da alcune Regioni le quali sostenevano la vendita di prodotti agroalimentari a chilometri zero, perché contrario e di ostacolo agli scambi intracomunitari e lesivi della concorrenza (G.U. n. 43 del 31-10-2012). Questo ricorso del Presidente del Consiglio su MINACCIA EUROPEA, non tiene conto del meccanismo che creerà ai fruitori principali, i consumatori, riguardo ai costi e la qualità dei prodotti provenienti da altre Regioni o Paesi. In definitiva le arance rosse di Sicilia, il San Marzano Campano, l’olio Pugliese, i vini, il parmigiano Reggiano e gli altri prodotti autoctoni e d’eccellenza di tutte le località e specificità Regionali ledono il diritto di concorrenza tra i Paesi dell’Unione. Di questo sono capaci i nostri parlamentari che difendono le evanescenti proposte europee che mirano a distruggere il prodotto Italiano. Non esistono tracce o approfondimenti necessari e nessuna discussione aperta in TV a conferma del controllo esercitato da burattinai esperti. Un attacco alla Nazione mirato a diminuire la vendita ecosostenibile a favore della contraffazione che produce una perdita di circa 50 miliardi di euro l’anno, ma che conferma la notevole influenza sui mercati Europei del prodotto made in Italy. Venendo meno i provvedimenti delle Regioni interessate a questo processo, si favorirebbe l’infiltrazione di poco raccomandabili affaristi i quali con la loro mediazione costringerebbero i produttori a svendere e i consumatori ad acquistare prodotti di dubbia provenienza e genuinità a costi addirittura decuplicati rispetto all’originario acquisto, oltre all’ingiustificato ed assurdo inquinamento derivato dal loro trasporto. Monti e la sua banda dovrebbero difendere i nostri prodotti che non intaccano alcun diritto di concorrenza in quanto non possono essere sottoposti a confronto o accostamenti per la loro tipicità unica. Monti, torni a casa, lascia l’Europa e riconosca l’errore di chi l’ha preceduta e spinta a questo atto di forza che ci sta mettendo letteralmente fuori combattimento. Sta eliminando ogni possibilità di rilancio economico e sta mettendo a dura prova quel poco che rimane di amor Patrio. Occorre porre rimedio alle alluvioni, ai terremoti ci sono suoi connazionali che hanno perso tutto e vivono in alloggi di fortuna o temporanei da troppo tempo. Il lavoro non può essere subordinato all’entrata o meno in EUROPA, come avete fatto credere fin’ora, avete bloccato e favorito la fuga degli investitori per il peso fiscale eccessivo, più alto del mondo e ora li cercate altrove per la svendita. Prima di andare in Europa mettiamo la Nazione in condizioni tali che conti nella Comunità come tutti dovrebbero contare - una Nazione un VOTO - senza prevaricazioni. In Europa: quando l’Europa sarà pronta all’alternanza ed alla diversità egemonica.