venerdì 28 febbraio 2014

STORIELLE DI UN SUDDITO.

“LA PECORA BIANCA” di raffaele colazzo
...C’era una volta, un mondo fatto di pecore nere e tutto pareva procedere nella più assoluta tranquillità, ma un bel giorno, nacque una pecora bianca e tutto cambiò. Le pecore nere erano abituate fino ad allora a non lamentarsi e ad obbedire, salvo in rare occasioni nelle quali veniva loro concesso di prendersi in giro credendo che, ad organizzare cortei e manifestazioni di sdegno fosse una loro libera scelta. Ignare, non sapevano che, quelle esibizioni di libere rimostranze erano anch’esse pilotate da cani pastore, agli ordini di pastori, al servizio dei padroni. A loro pareva solo,  che tutto andasse per il verso giusto e questo era più che sufficiente.
Nel frattempo, nell’ovile, quella anomala pecora bianca organizzò veramente la ribellione e riuscendo a pulire un quarto dell’intero gregge, semplicemente dando loro la possibilità di lavarsi dal lerciume che scuriva i loro velli. Diede loro la possibilità di organizzarsi autonomamente per far fronte alle angherie e a permettergli di scoprire che il loro colore naturale non era il nero. Nero lo era diventato, perché sporco di immondizia e solo in rare eccezioni, naturale.
Lerci più di altri, alcuni, esecutori di ordini dati da padroni avvolti da effluvi maleodoranti più di ogni altra cosa conosciuta.  Insinuavano il candore con il fango, nel tentativo di ridimensionare la ribellione che usciva fuori dalla norma. Fu allora che le pecore bianche, scoprirono che il fango non proveniva direttamente da pecore nere, ma da maiali che impadronitisi dell’ovile ed immersi fino alla bocca nei loro stessi escrementi. Dirigevano ex pecore variopinte che, con cura minuziosa e anni di lavoro, avevano condizionato alla sudditanza ed uniformato in un unico colore, in modo da rendere visibile a distanza, ogni variazione cromatica e quindi intervenire tempestivamente, con tutte le armi a disposizione, per sedare la ribellione.

Tutto questo accade ai nostri giorni, è in atto un lancio di olezzante fango che tenta di restringere quella macchia bianca, fatta di purezza e conoscenza oltre che anelante onestà e verità, la quale disturba, con la sua presenza, l’uniformità nera di un gregge, sottomesso, sfruttato e privato di ogni capacità di ribellarsi.