sabato 8 giugno 2013

LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA SIGNORA LAURA BOLDRINI.


Lettera aperta alla Presidente della Camera Signora Laura Boldrini,
Devo da Italiano farle un rimprovero, a me sembra che ella non abbia a cuore, da come affronta l’argomento sulla loro vivibilità, i suoi concittadini e sarei felicissimo di sbagliarmi.
In più occasioni ella, Signora Presidente, ha dichiarato, queste le sue parole:
“Quando ogni immigrato avrà una casa e un sussidio, allora dirò, l’Italia è una grande Nazione”; dimostrando particolare attenzione, per altro giustificata, nei confronti, però, di una sola parte della popolazione, forse perché ella non si sente pienamente ITALIANA, per i motivi che l'hanno portata a vivere fuori dal suo PAESE.
Dispiace doverLe ricordare che nel suo Paese vivono anche degli italiani che non hanno di che vivere, dei quali ella, nei suoi discorsi, non accenna sulla loro esistenza, forse perché non crede che essi esistano o molto più probabile vorrebbe che fosse così, come del resto tutti noi.
Non so come abbia fatto ad avere un incarico così prestigioso che le consente la critica del suo stesso Paese e per questo motivo a me non sembra stia facendo un buon servizio alla PATRIA.
Ora può prendere in considerazione qualunque azione nei confronti di chi la critica ma, sappia che è e rimarrà comunque una spiacevole parentesi per un Paese che, andando in fondo, non l’ha nemmeno suffragata a sufficienza, da poterne giustificare la permanenza alla Presidenza della Camera dei Deputati, terza carica più importante della Repubblica Italiana, forse non le sembra molto chiaro questo concetto.
Con questo non voglio assolutamente inveire contro gli immigrati e, se dei provvedimenti a favore debbano essere presi e mi auguro che vengano presi al più presto, per lo meno lo si faccia con lo stesso criterio in uso ai suoi connazionali. Non metto in dubbio le doti passate di portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati che degnamente ha dimostrato di possedere, ma credo che ora debba riordinare le idee e calarsi in una veste a difesa anche degli ormai rifugiati in patria, gli ITALIANI.
Non credo le faranno leggere queste parole, però a volte, basta anche averle pronunciate e che anche solo una persona le abbia lette e criticate.
Buon lavoro Presidente.
Raffaele Colazzo, un suddito Italiano