martedì 12 febbraio 2013

UN SUDDITO SU DUE DEI TANTI REMATORI CONTRO L’ITALIA.

Uno dei due, “…è importante per l'EUROPA che il centrosinistra italiano assuma la guida del Paese…” Massimo D’Alema. Con queste affermazioni nessuna attenzione è rivolta a quello che invece è importante per l’ITALIA. Lo si era già intuito ancor prima del 2000, quando in due firmarono l’inizio della fine della SOVRANITA’ DEL POPOLO ITALIANO. Ora come Presidente della Fondazione Italiani Europei è sempre più lontano dal suo Paese e continua imperterrito la sua campagna pro Europa non preoccupandosi minimamente di quello che sta accadendo alla sua terra emarginata e sempre più lontana dalla stessa Europa che egli difende e che giorno per giorno detta le regole economiche suggerite dalla feldmarescialla Merkel. L’altro, “ciclista”, Romano Prodi, cofirmatario, della stessa causa, invece di rimanere in bicicletta è sceso, per nostra disgrazia e, con il sorriso da ebete che lo contraddistingue ha in una sola notte del 2000: - dimezzato il valore di acquisto dei nostri stipendi; - raddoppiato gli stipendi dei politici; - dimezzato il valore delle nostre proprietà; - innescato il processo che ha portato al raddoppio la crescita del DEBITO PUBBLICO. Ora purtroppo, ha nelle mire, per concludere la sua carriera, che la Storia mi auguro non dimentichi, il Quirinale, non essendo stata già sufficientemente catastrofica la sua presenza nel Paese. Questo stiamo pagando noi sudditi, chi doveva rappresentarci, contro i principi stessi della Costituzione, ci ha venduti al mercato delle speculazioni economiche ed ora stiamo subendo i disastrosi effetti di un compulsivo, irrazionale e prematuro passaggio alla moneta unica, senza averne previsto o voluto prevedere in anticipo le conseguenze. Nessun accenno da parte della politica che pur di contrapporsi con ottusa ideologia contro il dollaro, soddisfatta delle quotazioni in crescita dell’Euro nei confronti della moneta americana, non si è resa conto del prevedibile fallimento che esigeva un accurato controllo con sguardo economista e non quello offuscato dell’ideale. L’incapacità è ancora più evidente dal fatto che le transazioni di interesse planetario, a distanza di 12 anni, si definiscono ancora in Dollari. Non c’è che dire abbiamo avuto una classe dirigente degna di questo nome che per idolatrati ideologismi ci sta riducendo in miseria. Quali proficui investimenti personali, mi domando da suddito, hanno spinto ad imporre con tanta fretta e contro ogni logica legata all’andamento monetario il processo di integrazione all’Euro?

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