Postato 08 agosto 2010
Si continuano a rinvenire discariche abusive di
amianto e questo, senza dubbio, ci fa estremamente piacere per via della
immediata rimozione e conseguente bonifica dei luoghi dei ritrovamenti.
Un plauso particolare per questo va fatto a tutti coloro che segnalano ed effettuano ritrovamenti di questo pericoloso materiale.
Giusta la Legge 257/92, che vieta nel nostro Paese l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto.
Utilissimi anche i vari DPR, D.M., Decreti Legislativi, Circolari del Ministero della Sanità, altre Leggi, la n.426 del 09/12/98, la n.93 del 23/03/01 in merito agli interventi in materia di Ambiente e la Legge importantissima la n.271 del 04/08/93 sui dispositivi urgenti per i lavoratori del settore amianto – (Fonte: Ministero della Salute – Direzione Generale della prevenzione).
Dal 1998 ad oggi ne sono stati aggiunti, tra Decreti Ministeriali, Decreti Legge, Delibere Regionali, Decreti del Presidente della Repubblica, Ordinanze del Presidente del Consiglio, Decreti dei Ministeri: dell’Ambiente, della Salute, del Lavoro e della Previdenza Sociale, del Commercio e dell’Artigianato, anche qualche altro Ministero del quale mi è sfuggito il nome e che sicuramente avrà avuto di che decretare, ultimo, ma forse ce ne saranno stati altri, il Decreto 12 marzo 2008 del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale “Modalità attuative dei commi 20 e 21 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 247, concernente la certificazione di esposizione all'amianto di lavoratori occupati in aziende interessate agli atti di indirizzo ministeriale”(GU n. 110 del 12-5-2008).
Tutto questo interessamento a distanza di una quindicina di anni non è stato comunque sufficiente per regolare lo smaltimento ed evitare che avvengano episodi di ritrovamento in aree che potrebbero continuare a provocare seri danni alla salute.
Si poteva fare di più oppure molto ma molto meno e con più efficacia, infatti non si è mirato all’importanza dello smaltimento vero e proprio ovvero non si è pensato ad una imposizione alle ditte ed a coloro che decidono di normalizzare la loro posizione nei confronti delle Leggi, no, questo non è accaduto! Sarebbe risultato troppo facile.
Secondo noi, invece, avremmo dovuto, in modo semplicissimo, effettuare un censimento degli edifici ivi comprese le abitazioni dei privati cittadini, soggetti allo smaltimento e nel momento in cui questi venivano messi a norma, monitorare l’iter per lo smaltimento, con una sorta di tracciabilità, per l’avvio in strutture idonee a questo scopo e soggette a controlli periodici e senza favorire mafie ed operatori senza scrupoli.
La facilità di questa elementare operazione affidata, chiaramente, ai Comuni, nello specifico agli Uffici Tecnici, i quali avendo l’obbligo di controllo su tutto ciò che in materia di edilizia avviene nel proprio territorio, avrebbe contribuito non poco ad evitare questa forma di inquinamento che nel tempo scaturirà in veri e propri disastri ambientali.
Se non si provvederà a prendere le giuste e necessarie misure saremo costretti a leggere articoli sui quotidiani di ritrovamenti di amianto nascosto per lunghissimo tempo ancora ed a cercare di interpretare nella caotica giungla di responsabilità Legislative la giusta strada per una soluzione, che forse, per mancanza di chiarezza nell’attribuzione delle responsabilità individuali di ogni singolo dicastero,non vedremo mai.
Un plauso particolare per questo va fatto a tutti coloro che segnalano ed effettuano ritrovamenti di questo pericoloso materiale.
Giusta la Legge 257/92, che vieta nel nostro Paese l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto.
Utilissimi anche i vari DPR, D.M., Decreti Legislativi, Circolari del Ministero della Sanità, altre Leggi, la n.426 del 09/12/98, la n.93 del 23/03/01 in merito agli interventi in materia di Ambiente e la Legge importantissima la n.271 del 04/08/93 sui dispositivi urgenti per i lavoratori del settore amianto – (Fonte: Ministero della Salute – Direzione Generale della prevenzione).
Dal 1998 ad oggi ne sono stati aggiunti, tra Decreti Ministeriali, Decreti Legge, Delibere Regionali, Decreti del Presidente della Repubblica, Ordinanze del Presidente del Consiglio, Decreti dei Ministeri: dell’Ambiente, della Salute, del Lavoro e della Previdenza Sociale, del Commercio e dell’Artigianato, anche qualche altro Ministero del quale mi è sfuggito il nome e che sicuramente avrà avuto di che decretare, ultimo, ma forse ce ne saranno stati altri, il Decreto 12 marzo 2008 del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale “Modalità attuative dei commi 20 e 21 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 247, concernente la certificazione di esposizione all'amianto di lavoratori occupati in aziende interessate agli atti di indirizzo ministeriale”(GU n. 110 del 12-5-2008).
Tutto questo interessamento a distanza di una quindicina di anni non è stato comunque sufficiente per regolare lo smaltimento ed evitare che avvengano episodi di ritrovamento in aree che potrebbero continuare a provocare seri danni alla salute.
Si poteva fare di più oppure molto ma molto meno e con più efficacia, infatti non si è mirato all’importanza dello smaltimento vero e proprio ovvero non si è pensato ad una imposizione alle ditte ed a coloro che decidono di normalizzare la loro posizione nei confronti delle Leggi, no, questo non è accaduto! Sarebbe risultato troppo facile.
Secondo noi, invece, avremmo dovuto, in modo semplicissimo, effettuare un censimento degli edifici ivi comprese le abitazioni dei privati cittadini, soggetti allo smaltimento e nel momento in cui questi venivano messi a norma, monitorare l’iter per lo smaltimento, con una sorta di tracciabilità, per l’avvio in strutture idonee a questo scopo e soggette a controlli periodici e senza favorire mafie ed operatori senza scrupoli.
La facilità di questa elementare operazione affidata, chiaramente, ai Comuni, nello specifico agli Uffici Tecnici, i quali avendo l’obbligo di controllo su tutto ciò che in materia di edilizia avviene nel proprio territorio, avrebbe contribuito non poco ad evitare questa forma di inquinamento che nel tempo scaturirà in veri e propri disastri ambientali.
Se non si provvederà a prendere le giuste e necessarie misure saremo costretti a leggere articoli sui quotidiani di ritrovamenti di amianto nascosto per lunghissimo tempo ancora ed a cercare di interpretare nella caotica giungla di responsabilità Legislative la giusta strada per una soluzione, che forse, per mancanza di chiarezza nell’attribuzione delle responsabilità individuali di ogni singolo dicastero,non vedremo mai.
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