Postato domenica 8 agosto 2010
Un'emendamento bavaglio è stato proposto dal “Senatore
della Repubblica” D’Alia UDC “Repressione di attività di apologia o istigazione
a delinquere compiuta a mezzo Internet”, in termini più espliciti, se un
cittadino, in un Blog o un Sito internet, dovesse muovere critiche su una
Legge, emanata dal Governo, che egli ritenesse non giusta o invitasse altri a
farlo, potrebbe essere tacciato di apologia di reato o di istigazione a
delinquere e condannato ad una pena detentiva da 1 a 5 anni e nel
contempo il provider del Blog, che ha pubblicato il post, obbligato al
pagamento di un’ammenda fino a 250.000 Euro.
La gravità dei fatti non è attribuibile a questa
vicenda, in quanto l’aberrante proposta di emendamento è stata respinta da
un’altra contro proposta, ma che i giornalisti, prodi “difensori” della libertà
di stampa, presenti in aula, non si siano neanche sognati di evidenziare questo
attacco alla libertà di parola. Avallando, con il loro silenzio, ogni forma di
censura dittatoriale che esiste in Cina, Iran e Birmania dove Facebook,
Twitter, YouTube, Flickr e qualunque altro libero blog sulla rete sono
bloccati.
Gli unici a farlo sottolineandone la gravità: il
Blogger Beppe Grillo la rivista Punto Informatico e il periodico Focus, dal
quale ho trovato l’ispirazione per questo post.
Pochissime milioni di persone in tutto il mondo,
me compreso, pensano che l’unico mezzo di comunicazione, leale e democratico,
soggetto a critiche ed autocritiche, affermazioni smentibili e discussioni
libere, è Internet. Dove ogni persona, che non sia iscritta all’albo dei
giornalisti oppure non abbia conseguito una laurea in corsi distaccati, chissà
deve e come, in Scienze dell’Informazione, Editoria e Giornalismo, può, senza
aver ricevuto pressioni o influenze politiche, esprimere spontaneamente una
propria opinione su tutto e con estrema Libertà.
Il Premio Pulitzer, amministrato dalla Columbia
University di New York, prende il nome dal Giornalista Joseph Pulitzer e fu
istituito nel 1917 negli Stati Uniti, come onorificenza assegnata
annualmente, tra gli altri, anche Giornalisti che si sono distinti
particolarmente nel loro lavoro, dovrebbe avere un suo contrapposto il
"Premio Reztilup":
- Per la disonoreficenza nazionale, per l’anti
informazione, da assegnare a "giornalisti" che si sono distinti per
la loro inefficienza e mancanza di informazione.
Sarà durissimo, da parte della Giuria , arovare un
vincitore per l'attribuzione, vista la mole di personaggi che tutto fanno
anziché informazione.
Abbiamo avuto modo di apprezzare, gli aventi diritto
alla candidatura, con l’assenza di informazione sui risultati, a dir poco
entusiasmanti, della campagna contro la privatizzazione dell’acqua
pubblica, durante e dopo i risultati della raccolta delle firme per il
referendum.
Di cosa hanno paura i giornalisti, della libertà di
espressione dei lettori oppure di essere sopraffatti dai blogger della
rete?
Se fossi un giornalista sarei contentissimo di potermi
confrontare con la libertà di opinione, perché così non sarei costretto a
scrivere solo quello che la proprietà mi imporrebbe.
Nessun commento:
Posta un commento